lunedì 28 settembre 2015

8 giorni in Libano

…E pensare che all’epoca dell’attacco alle torri gemelle dicevo stronzate del tipo “dovrebbero bombardarli tutti quei paesi, non ci deve rimanere più nessuno, o loro o noi!”… e adesso? E adesso sono in un autobus in Libano con una dozzina di Siriani, tornando dal confine della Siria verso Beirut. 

Quando ho detto a Papa’ che sarei andata in Libano non l’ha presa benissimo. Anche lui vittima delle manipolazioni mediatiche. Mi era già capitato quando andai in Iran. “tu sei pazza”, “chiama la Farnesina”, “a sto giro ti rapiscono sicuro”, “ma c’e’ la guerra”, “là sono musulmani” e tanti altri commenti lasciatemi dire completamente ridicoli. La gran parte della gente non sa veramente un cazzo di ciò che accade nel mondo, giudica per “sentito dire” o ancora peggio per ciò che si sente nei
telegiornali.


“immigrato senegalese violenta donna a Torino” e allora via, tutti gli immigrati sono demoni da cacciare! Se però a stuprare una bambina è un Italiano la notizia non fa audience, e nessuno ha il tempo di pensare all fatto che gli Italiani siano al primo posto al mondo per sfruttamento della prostituzione minorile. No, facciamo più bella figura a prendercela con gli immigrati. 
Che merito abbiamo di essere nati in Italia, o Germania, o Stati Uniti? Nessuno. Per pura casualità siamo nati nel lato ricco di questa Terra. E che colpa avranno tutti i bambini nati in paesi colpiti dalla guerra? Nessuna. Pura casualità. È toccato a loro, sarebbe potuto toccare a me. Sono nostri fratelli, abitiamo tutti nella stessa casa, è responsabilità di tutti noi aiutare ogni volta che ne abbiamo il potere. 


E così sono arrivata in Libano, il paese al mondo che ospita più rifugiati di guerra (la maggior parte dalla vicina Siria), 1 persona su 4, il 25% dell’intera popolazione. Ci sono Siriani che arrivano in Europa, quelli più “benestanti”, che possono affrontare il costo di un viaggio del genere (spostamenti e speculazioni incluse) e che probabilmente hanno già famiglia che può ospitarli. E poi ci sono quelli in Siria lavoravano nei campi, persone più umili o più legate alle proprie tradizioni, che di lasciare la loro terra non ne avevano la più remota intenzione. Allora attraversano la frontiera e arrivano in Libano, dove almeno il diritto a essere vivi gli è garantito. Vivono in baracche fatte di pali di legno e teloni a malapena impermeabili, ma almeno sono vivi. Alcuni vivono così già da tre, quattro anni, sopravvivendo all’inverno gelido e alle estati torride, alla mancanza di acqua, alla scarsità di cibo. Ma almeno non ci sono bombe. Ma a noi cosa importa? l’importante è che la Juve vinca lo scudetto e che la foto profilo raggiunga i 500 like!


Ho chiesto a Joseph, un responsabile della croce rossa libanese, di accompagnarmi in uno dei campi profughi, perchè ho delle donazioni da parte della gente del mio paesello. Gli spiego che sono circa 120kg di vestiti invernali e altri accessori vari. Joseph mi spiega che é opportuno andare in un accampamento non molto grande, cosicché tutti possano ricevere qualcosa, onde evitare litigi fra famiglie. In cammino, mi spiega che all’inizio della crisi i rifugiati ricevevano ciascuno 48 dollari al mese stanziati dagli aiuti umanitari. Poi sono scesi a 18 dollari e ora sono finiti i fondi. Qualcuno riesce a trovare dei lavori giornalieri come operaio o muratore, ma solo in estate. E comunque non è mai abbastanza per le famiglie così numerose. 
Arrivati all’accampamento entriamo direttamente nella baracca di Ahmed, il responsabile. Ogni campo ne ha uno, una sorta di sindaco se vogliamo, che si occupa dell’organizzazione e dei vari problemi all’interno della comunità. Ci sediamo a terra all’interno della baracca, e subito arrivano cuscini e materassini da ogni parte del campo. Poi addirittura caffè e succo di frutta! E poi ovviamente, tutti i bambini :) Sono tutti vestiti bene per la festa, oggi è Eid, una sorta di Natale musulmano. Ahmed decide di aprire le valigie che contengono le donazioni, e di dividere in parti uguali per ogni famiglia. 

Non smettevano più di ringraziarci.
E più ringraziavano più io pensavo che avrei potuto aiutare molto di più. 

La sera prima siamo stati al White, uno dei più famosi club di Beirut. Ho perso il conto di quante Ferrari e Porsche ho contato nel parcheggio. E tra un auto e l’altra girovagavano i bambini siriani con le rose in mano da vendere. 

Penso. Penso. Penso. Penso fino a che davvero non reggo più il mal di testa. 

Quanto valgono 100 dollari?
Mezza giornata di carburante nel serbatoio di una Ferrari oppure un mese di cibo per un’intera famiglia di siriani?

Non è giusto.


























I NUMERI DEL MIO VIAGGIO IN LIBANO:

paese visitato = 106 (esimo)
voli realizzati = 202
peso dei bagagli= 122 (chilogrammi)
durata del viaggio= 8 (giorni)
temperatura media= 31 (gradi centigradi)
foto scattate = 89 (pubblicabili)
nuovi amici conquistati = 5
fidanzati conquistati= un paio*
costo del viaggio = 160 (dollari, di cui 120 spesi in un negozio LASENZA)

hai presente quando preparandoti per la partenza hai quell’immancabile sensazione di aver dimenticato qualcosa? bè, chiudendo la valigia a Beirut l’ho avuta questa sensazione, ma non mi ha preoccupata. Tanto torno presto. E siccome devo complicarmi sempre la vita, come ci arrivo in aeroporto alle 3 di notte??? mica in taxi! sarebbe troppo facile! Meglio farmi venire a prendere dai due ragazzi siriani che lavorano alla mia yogurteria preferita! Ancora meglio se l’auto non ha i documenti in regola e quindi viene bloccata ai controlli sull’autostrada, se no sai che noia senza correre cinque chilometri con 2 zaini enormi (e senza reggiseno sportivo!) fino all’entrata dell’aeroporto?!

Non mi dire che stai cercando a piè pagina l’asterisco * dei fidanzati conquistati ?????!!!!!!







mercoledì 23 aprile 2014

LUXEMBOURG OR NOT LUXEMBOURG!



La libertà non è fare quello che vuoi nel momento in cui ti va di farlo. La libertà è poter ridere degli ostacoli, poter “dire la verità anche quando è necessario mentire”, è non avere paura dell'avventura bensì della routine, è non temere nessuno ma rispettare tutti, la libertà è sapere che ad ogni problema corrisponde una soluzione e un ampio sorriso annesso, è guardare al “triste passato” e vedere “passato” piuttosto che “triste”, ma soprattutto oggi la libertà.... è avere la certezza che c’è SEMPRE UN AUTO CHE VA IN DIREZIONE LUSSEMBURGO!
 
Se il buongiorno si vede dal mattino suppongo che il buonviaggio si veda dalla partenza... CATASTROFI IN ARRIVO ALLORA! Sarebbe stato troppo facile prenotare un’andata/ritorno Napoli-Tenerife con i miei 3 amici. No, dopo 3 settimame di piattezza totale a Praia dovevo in qualche modo complicarmi la vita per essere contenta! E allora via con un Bari- Hann, inserito nel seguente planning (come al solito puramente teorico):
  • 22 aprile, arrivo alle ore 12.40 ad Hann (130 km a ovest di Frankfurt), ad aspettarmi (sempre teoricamente) ci dovrebbe essere Mike, couchsurfer simpaticissimo (più che teoria qui siamo alla fantascienza) che si è offerto di venire a prendermi dal Lussemburgo, approfittando del giorno libero.
  • 1 notte pernottamento in Lussemburgo a casa di Mike e la ragazza.
  • 2 notti a Bruxelles a casa di Toguy, simpaticcisimo couchsurfer belga che parla baiano.
  • 25 aprile incontro con i miei compagni di viaggio Leo, Wilson, e Damiano e destino Tenerife per 5 giorni.
  • Ripartenza per Londra, 3 notti a Londra per ballare un forrozinho.
  • 2 notti a Roma per innamorarmi (persino di più).
  • 5 maggio: ritorno in Calafrica.
Sono passate 9 ore da quando ho lasciato casa di Paco a Bari con direzione aeroporto, e fino ad ora l’unica parte del planning che ha funzionato è stata “ARRIVO ALLE 12.40 AD HANN”. Mike infatti mi ha dato una buca della stessa grandezza della buca sulla crosta terrestre causata dal meteorite responsabile dell’estinzione dei dinosauri. Non è agli arrivi, non risponde più al telefono. È la prima volta che mi capita in 10 anni di couchsurfing. La mia reazione: “ahahahahhahahaha” (o anche kkkkkkkkkkkkkkkkk come scriverei se stessi conversando con qualcuno della mia razza). Opzioni: prendo un pullman per Frankfurt a fare una sorpresa ai miei amici brasiliani, o vado diritta a Bruxelles a casa di Toguy, avvisandolo che arrivo un giorno prima del previsto. Oppure...... .... mi siedo vicino ad un girasole sulla tangenziale adiacente all’aeroporto, e alzo il mio pollicino portafortuna, che in esattamente 73 secondi RISOLVE TUTTI I MIEI PROBLEMI 



Quando si hanno dubbi su quale direzione prendere, tanto vale lasciare che sia il destino a decidere, che di sicuro ha più esperienza di noi. Il finestrino si abbassa e.... “DOVE STAI ANDANDO?” (con sputtanatissimo accento dell’est Europa). “mmm..... proprio dove stai andando tu!” gli rispondo con un sorriso a 119 denti! Benvenutai nel mio 99esimo paese: LUSSEMBURGO. E con una guida d’eccezione: Eilan, Kosovaro che vive in Lussemburgo da 18 anni e che in meno di 22 minuti mi racconta l’intero esodo di tutta la sua famiglia, con illustrazioni grafiche alla mano e presa visione di documentazione storica! FINALMENTE HO TROVATO UNO CHE PARLA PIU’ DI ME (ed è la seconda volta che mi capita ‘sta settimana <3 nbsp="">Cosa io abbia visto o non visto nelle ore che ho passato nella Ville de Luxembourg in compagnia di Eilan (che, dettaglio, aveva provabilmente di meglio da fare che fare da guida a me) non è importante, passa in secondo piano rispetto all’orgoglio che mi ha investito dopo l’incontro con Eilan. Sono orgogliosa del mio mondo. E’ un mondo minuscolo, in cui si scambiano sorrisi con abbracci, in cui le storie si raccontano e si ascoltano, ti raggiungono e ti cambiano, il mondo in cui non ci sono sconosciuti per più di 4 minuti, il mondo in cui il piano principale è il piano C, e in cui i planning sono fatti per non essere seguiti! Sono fatta così. E guai a me la prossima volta che lascio che qualcuno me ne faccia vergognare.

Terminata la passeggiata nella Ville de Luxembourg, Eilan mi mette su un treno per Bruxelles, e subito dopo Toguy mi riferisce di essere appena stato licenziato e di conseguenza di avere la vita troppo in tempesta per ricevermi a casa sua... E figurati se non saltava anche il punto 3 del mio planning! La mia reazione: “AHAHAHHAHAHA” (o ancora kkkkkkkkkk per quelli della mia razza!)(che tra l’altro mi mancano da morire ) . Fuori c’è l’arcobaleno. E anche dentro. 

sabato 2 novembre 2013

La via della seta.....

Da oggi in poi, la parola “ospitalità” nel mio vocabolario si scriverà IRAN.
Sono in aereo, volo da Teheran a Tashkent, capitale dell'Uzbekistan; approfitto di queste due ore di buca per scrivere il mio diario delle due settimane che ho passato in Iran, vorrei poter raccontare di ogni secondo vissuto perché ogni secondo che ho vissuto contiene un milione di ricordi di cui varrebbe la pena parlare, ricordi legati a persone, non a monumenti visitati o panorami mozzafiato (anche se quelli di sicuro non mancano). Il mio viaggio in Iran è fatto di persone indimenticabili, forse mai nella mia vita ho lasciato un paese dicendo addio a così tanti nuovi amici, neanche in paesi dove tecnicamente usi e costumi dovrebbero essere più simili ai miei e quindi facilitare le relazione personali. Nel mondo occidentale si parla dell'Iran e si pensa immediatamente a donne maltrattate coperte da Burka, uomini aggressivi, tabù in ogni qual dove.... Forse l'errore più comune è proprio quello di associare l'Iran al mondo arabo. ERRATISSIMO. 



L'Iran ha cultura persiana e non araba. Dalla conquista araba hanno solo ereditato la religione, ma non la cultura, che rimane strettamente persiana. Il governo islamico impone regole che hanno cambiato le abitudini del popolo ma non di certo l'indole: le donne non possono apparire in pubblico con nessuna parte del corpo scoperta, incluso i capelli, non possono indossare gonne, vestiti attillati, non possono andare in bicicletta, cantare, ballare, insomma per legge non possono fare nulla che attiri l'attenzione degli uomini, e se lo fanno, c'è l'arresto immediato. Le pattuglie di arresto sono in circolazione costante, una donna può essere arrestata anche solo se la sciarpa lascia scoperti troppi capelli o se le maniche della maglia non arrivano fino ai polsi. E come in tutti i paesi estremisti ovviamente è necessario limitare i rapporti con il resto del mondo così da non creare disordini dovuti a qualcuno che alleva idee rivoluzionarie: perciò rendiamo illegali le parabole che ricevono canali tv stranieri, le radio, le pagine web di notizie internazionali, non facciamo circolare carte di credito, svalutiamo la moneta, isoliamo le banche, non rilasciamo passaporti a meno che non si tratti di casi eccezionali, e ovviamente..... BLOCCHIAMO FACEBOOK! Anche se nelle ultime elezioni dello scorso agosto, una delle promesse della campagna dell'attuale presidente Rahoni è stato proprio di rendere Facebook legale!



Se fossimo arrivati in Iran come turisti e non come viaggiatori, se avessimo dormito in hotel invece che a casa delle gente, se avessimo viaggiato in pullman invece che in autostop, saremmo probabilmente ripartiti pensando che l'Iran sia quello che il governo vuole mostrarci. Invece l'Iran è tutt'altro. Esiste l'Iran alla luce del giorno, e poi esiste l'Iran underground, come lo definiscono gli iraniani stessi: le feste, le abitudini a casa propria lontano dagli occhi delle pattuglie. Sono stata ospite ad un compleanno della nipotina di un signore che ci ha dato un passaggio, nella città di Yazd.: i vestiti delle invitate avrebbero fatto invidia alla mia amica brasiliana più sfacciata! Per non parlare degli approcci tra uomo e donna: i bar e le discoteche non esistono, quindi i giovani iraniani hanno trovato un contesto alternativo d'emergenza per conoscere amici dell'altro sesso: i vialoni a due corsie (in qualsiasi città se ne trova uno), a partire dalle nove di sera cominciano ad affollarsi di auto i cui passeggeri in realtà non stanno transitando con meta specifica, circolano scrutando le auto intorno per vedere se le prede sono appetibili! Una volta agganciato il bersaglio, il processo è sempre lo stesso: si abbaglia, si abbassa il finestrino, si accosta, si scambiano i numeri, a volte anche i passeggeri, e si riparte :). Per una intera serata io e Juan siamo stati ad osservare increduli queste scenette seduti sul cofano di un'auto parcheggiata nel vialone di Isfahan.


Altra lodevole abitudine, forse quella che mi è piaciuta di più' del popolo persiano, è quella di stendere un tappeto ovunque ci sia un piano orizzontale (può essere un parcheggio, un prato, una piazza, ovunque!) e fare un pic nic!
La nostra avventura in autostop è stata da manuale: seppur essendo in compagnia maschile, e con due bagagli grandi, non siamo mai rimasti per più di due minuti in piedi al ciglio della strada, senza tenere neanche conto del fatto che il 100% delle persone che ci ha dato un passaggio ci ha invitato a cena (cenoni con tanto di parenti e vicini convocati!) e a dormire! Addirittura l'autista di un pullman ci ha dato un passaggio sulla sua corsa! A me ha dato un posto a sedere a bordo e Juan l'ha piazzato nella stiva bagagli! Alla prima sosta autogrill sono corsa ad aprirgli il portellone per farlo scendere, e l'ho trovato con una busta di plastica attorcigliata intorno ad un cono di carta plastifica pronto a far pipi' in un marchingegno degno di Mc Giver!


Il nostro itinerario è stato breve ma intenso:


  • 2 giorni a Tabris, nient'altro che il bazaar più grande del mondo (6 km di gallerie nel bazaar)
  • 2 giorni a Isfaham, nella cui piazza principale è nato il gioco del polo (Juan non poteva perderlo)
  • 2 giorni a Shiraz, per visitare Persepoli (capitale della Persia) e moschee bellissime
  • 2 giorni a Yazd, la più bella città secondo me in Iran, specialmente la parte antica
  • 3 giorni a Khur, nel deserto.
  • 3 giorni a Teheran, in giro per le ambasciate.


Saremmo di sicuro rimasti più a lungo in tutti questi posti, ma il tempo a nostra disposizione non era molto, anzi abbiamo dovuto rinunciare anche al passaggio overland in turckmenistan (per il quale non avevamo comunque il visto). Con tanta nostalgia nel cuore voliamo direttamente a Tashkent.... L'unica cosa che non mi mancherà sarà il cibo, sinceramente non ne potevo più di quell'odore di kebab marcio in tutte le salse :) A parte quello.... Grazie Iran



CURIOSITA': il primo a darci un passaggio quando siamo arrivati in Georgia, si chiamava George. Il primo a darci un passaggio in Armenia si chiamava Armen. E siccome non c'è due senza tre, il primo a darci un passaggio in Iran SI CHIAMAVA IRAJ!

giovedì 26 settembre 2013

NASCI IN UN PICCOLO VILLAGGIO DELLA TUNISIA... E FINISCE CHE CAMBI IL MONDO O_o !

C'è gente che cede la propria dignità tutti i giorni in nome del Quieto vivere. C'è gente che baratta il proprio orgoglio con luoghi comuni. C'è gente che rinuncia al proprio talento e si accontenta del premio di consolazione pur di non lottare. C'è gente che vuole rivoluzione per principio, perché ha guerra in testa....e poi c'è chi la rivoluzione la vuole come mezzo, necessario, per arrivare alla pace e alla giustizia. Rivoluzione. Per me è la parola più' intensa ed affascinante del mondo. E mi copro di brividi quando il nostro anfitrione di Mahdia, centro Tunisia, ci racconta della recente rivoluzione nel suo paese.




Il 17 dicembre 2010, in un paesino di 40 mila abitanti, il venticinquenne Mohamed Bouazizi, stava, come tutti i giorni, nella sua piazzola al mercato popolare vendendo frutta e ortaggi, Mohamed ha un diploma, ma è troppo difficile trovare lavoro, quindi intanto si arrangia facendo il venditore ambulante per aiutare la famiglia con meno di 80 dollari al mese. Quel giorno, una poliziotta gli sequestra tutta la merce e lo schiaffeggia in pubblico. Il fatto che sia stata una donna a compiere l'azione, aggiunge ancora più' umiliazione alla già pesante circostanza di aver perso tutta la merce. Mohamed si reca al palazzo amministrativo del suo paese, si cosparge di benzina davanti ai passanti, e si da fuoco. Il gesto di Mohamed non è un suicidio, non è un gesto di rinuncia. E' tutt'altro! Mohamed rimase in agonia per 18 giorni prima di morire il 4 gennaio 2011. Spero con tutto il cuore che durante la sua agonia sia stato capace almeno per un secondo capace di intendere, e che qualcuno gli abbia detto che il suo gesto aveva dato inizio ALLA RIVOLUZIONE DEI PAESI ARABI! Con la spinta e la facilità di comunicazione dei social network e internet, la rivoluzione ha investito tutto il mondo arabo causando uno dopo l'altro la caduta di regimi che duravano indiscussi e indisturbati da decenni! In meno di un mese dall'eroico gesto di Mohamed, rinunciavano e fuggivano: Ben Ali (presidente della Tunisia da 23 anni), Hosni Mubarak (presidente dell'Egitto da 30 anni!) e Gaddafi (dittatore in Libia), che anzi non riuscì a fuggire, perché catturato, torturato, e ucciso in pubblico in un corteo. Il suo corpo venne trascinato per tutta la città legato a un carro di buoi, per poi morire con un colpo di pistola alla testa. Alla luce della rivoluzione, altri capi di stato annunciarono di rinunciare alla rielezione: in Yemen dopo 35 anni di potere, in Sudan, in Iraq, in Giordania. Anni e anni di incontri diplomatici, di questioni pubbliche, di tesi, di teorie e bla bla bla bla internazionali, non sono riusciti a risolvere quello che IN UN SOLO GIORNO ha risolto Mohamed con il suo gesto.


Il post rivoluzione in Tunisia non si dipinge roseo affatto. Tutti i periodi di transizione sono difficili. Camminando per le strade non posso che non chiedere al mio anfitrione se sia normale la quantità di spazzatura che praticamente copre l'intero suolo, ovunque, in qualsiasi regione, nord, sud, centro città, periferia... addirittura nei cimiteri! Marouenne mi spiega che a causa delle proteste tanti dipartimenti hanno smesso di funzionare, che gli scioperi hanno costretto i cittadini a vivere in condizioni peggiori, con la spazzatura in casa, con la benzina che arriva illegalmente dalla Libia, senza acqua potabile... Ma lo dice con aria rilassata, sereno, come se fosse sicuro che è solo una fase, è solo un sacrificio necessario per avere una condizione finalmente appropriata. :)


Il nostro itinerario in Tunisia parte da Djerba. Compagno di viaggio: TOM, superstite dal viaggio in Islanda. Il nostro nuovo amico: Salim. Un tassista che un pomeriggio ci prende su e invece di portarci dove gli avevamo chiesto, decide di offrirci un tè nella sua umile casetta di 8 camere :).
Ci mostra con orgoglio il garage (lo ha appena pitturato!), poi la cucina, la doccia, le due camere al pian terreno, il salone per poi salire al piano di sopra (anche se già al pianterreno eravamo convinti che tanta ospitalità fosse perchè CERCAVA ACQUIRENTI PER LA CASA!). Pima stanza al secondo piano, altro soggiorno, seconda stanza, terza stanza e. SORPRESAAAAAA : LA FIGLIA DI SALIM! “ vieni vieni, vieni a conoscere Tom” dice Salim alla timidissima figlia. :):):) eccolo il vero motivo dell'ospitalità:


LA RAGAZZA HA BISOGNO DI UN MARITO, E QUAL MIGLIOR CHANCE DI UN BELGA CHE PASSA DA QUI PER CASO? L'unico problema è che... il belga non è cieco, e questo non si abbina al fatto che la figlia di Salim pesi 230 kg (chilo più chilo meno), che abbia 4 denti in totale considerano quelli di scorta, e che invece di due sopracciglia ne abbia solo una megamaxi familiar size che attraversa tutto il viso da orecchio a orecchio! Accantonata l'idea matrimonio, accettiamo almeno i biscotti che ci offre la moglie di Salim, mettiamo in bocca..... e ….. panico di sguardi fra me e Tom!!!! Sputarlo sarebbe stato troppo irrispettoso, ma mangiarlo era impossibile!! Mi sembrava di avere in bocca un pugno di polvere per fare la boiacca, che stava diventando cemento a contatto con la mia saliva. Con un gesto ninja porto la mano alla bocca e voilà la polpetta di cemento finisce in borsa :) A parte i biscotti della moglie, Salim ci ha regalato la giornata più bella che ricordo in Tunisia... Martina Beduina mi chiamava :)
da Djerba prendiamo il louage (dei piccoli van che partono senza orario preciso, ogni qualvolta raggiungono 8 passeggeri per destinazione) per Sousse, Mahdia, Tunis e La Marse. Di tutti i posti che abbiamo visto, forse l'unico dove sarei rimasta volentieri per ipù di due giorni è Sidi bou said, un villaggio appena fuori Tunis, sulla costa. L'unico posto che non è sommerso dalla spazzatura, pulito curato e a misura di uomo. Alla ventesima omelette di 9 uova anche l'avventura in Tunisia finisce, in aereoporto a Tunisi, dove Tom sta cercando di farsi arrestare rubando panini al bar, e io lo aiuto custodendo valigie di sconosciuti che devono anadare al bagno... Altra destinazione, altro compagno di viaggio.... next: Georgia and Armenia :)


giovedì 19 settembre 2013

IN ISLANDA NON CI SONO CASCATE, NON PIOVE MAI.... NON CI SONO TEMPESTE DI SABBIA... SOLO AURORE BOREALI!

secondo viaggio di gruppo della mia vita ( a parte le gite scolastiche delle medie). Dopo Cuba 2012.... ISLANDA 2013! un gruppo di amici che si sono conosciuti nella comunità del couchsurfing, uno dei quali è passato dall' essere un amico di net all'essere il secondo uomo più importante della mia vita; 3 italiani anomali e un povero malcapitato belga che parla 7 lingue soltanto! :)


Il viaggio è tutto scritto nel nome dell'avventura, è tutto una sorpresa: abbiamo fatto un piano di viaggio con lo scopo di non seguirlo. Il nostro mezzo è una 4x4 senza rotta, i nostri viveri variano da patatine alla paprika a confezioni famiglia di mars e twix (le zuppe semipronte si comprano ma si conservano nella valigia di Martina per i prossimi viaggi!); il navigatore è Tom (con 12 mappe... uguali!), il pilota è Simone, la vedetta è Leo, Martina è l'elemento disturbo....e a metà viaggio si aggiunge anche Joanna, una tedesca diciotenne che sfida le intemperie islandesi con la sua tenda, e che gironzola il mondo in autostop. Joanna bocca di panna (a buon intenditor poche parole.....).
Il nostro Itinerario:
  • day1 REYKJAVIK + BLUE LAGOON: attività: a mollo nelle acque tiepide caoliniche cercando di non rimanere cecata dai sali sulforosi.


  • day 2 PITVELLINGIR: attività -zzzZZzZZzzzZZZzz. + visita alle cascate di Selfoss, Seljandafoss, e Skogafoss. Attività – ricerca energie sovraumane. Pernottamento: Skogar guesthouse dalla signora Sigga (Martina a 60 anni!). Attività – zzzZZzZZzzZzzZz


  • day 3: SCOGLIERE MERIDIONALI. Attività Simo/Tom/Leo: lottare contra la pioggia. Attività Martina – zzzzZzzZzzZzZzZzZzzz
  • day 4: LAGUNA DI JOKULSARON: questa è stata probabilmente l'unica cosa che mi ha davvero affascinato in questo paese (dopo che alla dodicesima cascata mi ero veramente rotta le scatole di cascate!). Nella laguna galleggiano iceberg di qualsiasi forma e grandezza che si staccano dal ghiacciao a monte e prima di arrivare all'oceano formano uno spettacolo di cristalli come non avevo mai visto prima! Attività Sim/Leo: gita in barca. Attività Mart/Tom: 4x4 explorar + bagnetto rinfrescante nella laguna + zzzZzZZzzzZzZZz. Pernottamento: auto + tenda. L'intenzione era quella di vedere le northern lights, che nonostante il cielo limpido e le previsioni di intensità 4, non si sono fatte vedere. In compenso però è arrivato un vento di 180km/h a rinfrescare il clima già non troppo tropicale dell'isola artica.


  • Day 5: CRATERI BRUFOLOSI DI MYVTHA E KRAFLA: bella cacata direi.... paesaggio lunare carino per 10 minuti poi mi sono cominciate a scendere le goccioline di latte dalle ginocchia (ahahaha linguaggio da autore della Lonely Planet !!!!). attività: combattere il vento per rimanere a terra. E anche: zzzzZzZZzzz. Pomeriggio: CASCATE DI DETTIFOSS . Attività: fare pipì nel canyon a 0 gradi. Rubare targhe di auto da collezionare. Successone direi.


  • Day 6: FUGGIRE DALL'ISLANDA, OGNUNO CON QUANTI PIU' PANINI POSSIBILE.



Se non fossi stata con i migliori amici del mondo, il mio viaggio in Islanda sarebbe stato piuttosto anonimo.... :) thanks guys! Love you!!!! Noi si che siamo viaggiatori... non come quegli spagnoli che abbiamoincontrato a casa di Sigga, che sprecano ore ed ore sui sentieri a picco nelle cascate, tra i ghiacciai nelle montagne.... NOI SI CHE SAPPIAMO VIAGGIARE... nessuno canta in coro bene come noi le canzoni di JOvanotti in auto, nessuno sa battere le mani a tempo mentre SImone gioca con la trazione sui sassolini del deserto, nessuno fa le foto come noi alle cartoline negli autogrill, noi che non dormiamo mai spinti dall'adrenalina dell'avventura :)


domenica 15 settembre 2013

FINALMENTE VACANZA!!! SEYCHELLES!

…. e dopo ancora una deludentissima stagione a Praia (non lavorativamente parlando), finalmente le tanto desiderate vacanze prima del viaggione invernale 2013/2014! E siccome mi ha accompagnata in tutto il cammino estivo Mitch, anche lui meritava la vacanzona vip prima di tornare a casa in Canada. Ed eccoci alle Seychelles, “quattro di bastoni” trip, parcheggiati in un resort a pensione completa, completissima anche di chi il cibo te lo imbocca....... o almeno.... questa era l'idea... di fare i signori viziati. Ci sono volute 20 ore prima che ci annoiassimo a morte e cominciassimo a fare su e giù per l'isola in autostop, e 4 giorni prima che lasciassimo l'hotel e ci trasferrissimo a casa di un anfitrione del couchsurfing :)!



Ma cominciamo dall'inizio....


Il mio viaggione 2013/2014 inizia con il pernottamento nella stazione dei treni di Napoli (speriamo che il buongiorno non si riconosca dal mattino!!!), poi breve sosta a Roma e volo Roma Frankfurt Mahe. 12 ore di volo di cui non ricordo assolutamente nulla. Ho dormito dal decollo alla consegna bagagli praticamente :). Da Mahè dobbiamo prendere un altro volo fino a Praslin, un'isola minore. L'agenzia di air Seychelles che è all'aeroporto vuole farci pagare 120 dollari per il volo (15 minuti di volo). Faccio notare che su skyscanner lo stesso volo costa 70 dollari. E lei giustamente ribatte: “aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah queeeeeeel volo??????” (riferendosi allo stesso volo che mi aveva detto costasse 120 dollari) “ si si quel volo costa 70 dollari!”. Ecco qua si comincia con l'assalto al turista.... scampiamo il primo ostacolo e arriviamo sull'isola di Praslin! In 4 giorni a Praslin, 3 giorni a Mahè, e 1 giorno a La Digue, ho capito che:


1: sebbene le Seychelles siano carissime (anche per gli indigneni!) ci sono tanti modi per poterle visitare mantendendo i costi.


2: io non sono fatta per stare 8 giorni su un'isoletta da luna di miele.


3: mai partire ad agosto (neanche a fine agosto) se non vuoi incontrare 9 italiani su 10 presenti in spiaggia.

COME VISITARE LE SEYCHELLES SENZA SPENDERE 6000 EURO IN UNA SETTIMANA
(che è piu' o meno quello che hanno speso tutte le coppie che abbiamo incontrato!)
  • PEERNOTTARE IN UNA GUEST HOUSE piuttosto che in un resort. Le Seychelles ospitano le più belle spiaggie in Africa, quindi non avrai bisogno di piscina né di camere extra lusso. Spenderai le tue giornate ad esplorare il territorio, quindi una guest house in una buona location sarà più che sufficiente, e te le cavi con 40 euro a notte inclusa la colazione.
  • NON NOLEGGIARE UN AUTO, spostarsi con autobus o autostop. Il noleggio auto + la benzina (1.30 euro/l) portano ad una spesa di almeno 450€. Senza contare il rischio di incidenti e il pagamento dei parcheggi. Gli autobus sono frequentissimi su tutte le isole, e costano solo 30 centesimi di euro (5 rupie). Meglio ancora sarebbe esplorare in autostop. Siamo in Africa, fino a 20 anni fa su queste isole circolava un auto ogni 500 abitanti, quindi sono abituati e predisposti ad aiutarsi l'uno con l'altro. Noi non abbiamo avuto nessun problema sia a Mahe che a Praslin, abbiamo gironzolato per tutta la settimana in autostop: è stato divertentissimo conoscere la gente del posto, soprattutto Reindolph, un muratore che ci incontrava tutti i giorni fin quando l'ultimo giorno ci ha portato a spasso per tutta l'isola con il suo camion pieno di cemento!!!
  • NON CENARE NEI RISTORANTI PER TURISTI. Un pasto medio in un ristorante neanche lussuoso ma in location turistica ti costa 30 euro. Un take away di qualsiasi ristorante in strade secondarie ti costa 40 rupie (2.80€) e ti sazia uguale uguale!
  • NON VOLARE DA ISOLA A ISOLA, e neanche prendere il traghetto. Esempio: il traghetto da Mahe a Praslin costa 1000 rupie (66€). Noi abbiamo volato all'andata (eravamo stanchi di 2 giorni di viaggio dalla Calabria!!!), ma al ritorno abbiamo usato una nave cargo, pagando 150 rupie (10€), e dormendo comodamente nelle brandine della cabina, senza nessun tipo di rischio, senza neanche accorgerci delle 5 ore di viaggio. Le navi cargo partono alle 3 di mattina dal Jetty di Praslin, e da Mahe alle 8 di mattina dal porto. Basta avvicinarsi alla nave e chiedere del capitano. Sarà contentissimo di guadagnare qualche rupia in piu'!
  • NON USARE INTERNET. È decisamente la cosa più cara che si possa trovare sull'isola. Una settimana senza facebook non dovrebbe uccidere nessuno.
  • VISITARE L'ANSE SOURCE L'ARGENT GRATIS, passando dalla spiaggia ( o proprio nell'acqua, dipendendo dalle maree) invece che dal cancello di entrata del parco. Da due anni infatti l'accesso via terra a Source l'Argent costa 200 rupie (13€), con accesso alle piantagioni di vaniglia e cacao. Evitare il “pedaggio” è la cosa più facile del mondo!


Source L'Argent non è di sicuro tra le mie spiaggie preferite dell'arcipelago. Di sicuro la più famosa, ma non la più bella. Quella più bella per me è Fairyland (Mahe), seguita da Anse Georgette (Praslin), Anse Goulette (Mahe) e Anse Lazio (Praslin).

Insomma tra agguati di ragni, autostop, ricerche pazzi del coco de mar (la noce più grande al mondo, che cresce solo alle Seychelles) sono passati 8 giorni ed è già tempo di tornare.... NEXT STOP ------------ I C E L A N D !

sabato 27 aprile 2013

happy lappi. LAPPONIA !


Palme.... sabbia... onde...... sole.... gli album del mio facebook stavano cominciando ad essere un po' monotoni! Tutti i miei viaggi fino ad oggi hanno avuto un tema unico: il caldo! E così, proprio quando pensavo di attaccato lo zaino al chiodo, rieccoci in partenza per un'avventura totalemente inedita: L'ARTICO! Compagno di avventura: MUTLU, il mio amico turco che è quasi piu' pazzo di me (visto che ha il coraggio di seguirmi ovunque!). L'idea è di raggiungere Capo Nord per vedere l'aurora boreale. Ma siccome è da sempre che NON IMPORTA QUALE SIA LA META, L'IMPORTANTE E' IL VIAGGIO, non si pu.ò prendere l'aereo ed arrivare a Capo Nord, eh no! Si arriva a Roma in autostop (con tanto di papà nascosto dietro l'albero della pompa di benzina che aspetta che qualcuno mi carichi!), poi a Vilnius in aereo, e poi dalla Lituania poco a poco verso nord, passando per le capitali baltiche, Riga, Tallin ed Helsinki.
Due giorni in ogni capitale, ogni capitale un anfitrione diverso, una cultura diversa, una storia diversa, una nuova pagina da colorare, un nuovo fumetto da leggere! A Vilnius mi hanno ospitato Adam, lituano alla vigilia del suo matrimonio, e anche Adan, pilota di aerei spagnolo. A riga Nils, appena lasciato dalla moglie (che ha portato i figli per una vacanza in Irlanda e poi un giorno ha chiamato e ha detto: AH A PROPOSITO, NON TORNO PIU'!) A Tallin Igor, anche lui fotografo (“anche lui” riferito ad Adam di Vilnius, non a me!), che gira ila mondo gratis rubando biglietti aerei (solo lui sa come fa!). A Helsinki Riku lufiku (:D), un pittore artista a 360 gradi appena tornato dall'India. Fino ad arrivare ad Ivalo, nord della Lapponia, dove ci ospita Tauno nella sua casetta nel cortile della chiesa. La cittadina di Ivalo è piu' piccola di Praia. C'è una strada (non una stada principale... proprio UNA SOLA STRADA!), due o tre supermercati (vengono a fare la spesa dalla Norvegia che è ancora più cara), una farmacia e una pompa di benzina. E poi ci sono due turchi che hanno aperto un kebab shop e stanno facendo i miliardi! :)
Tauno ci inserisce completamente nella sua vita quotidiana, portandoci a lavoro con lui, agli incontri con gli amici e nelle sue attività sportive, che devo dire sono quelle che mi hanno colpito di più. Il martedì è il giorno di palestra pubblica ad Inari (paesino sul lago vicino Ivalo), ovvero chiunque può entrare nella palestra della scuola, si formano le squadre fra i presenti e si gioca a pallavolo! E 'sta volta in squadra c'erano anche un'italiana e un turco, io e Mutlu! Premessa: come si può ben immaginare, con una popolazione di mille abitanti, le persone che partecipano a questo tipo di attivitò sono sempre le stesse, si conoscono tutti bene. Detto questo: qualcuno fa punto, e stanno zitti. Qualcuno sbaglia, e stanno zitti. Qualcuno cade, e stanno zitti, non ridono non parlano non fanno una piega! Ma il massimo è stato quando qualcuno ha lasciato il campo ed è andato via, senza dire ciao o niente di simili. Tauno ci spiegava che è normale per loro! Giustamente da mediterranei sia io che Mutlu pensavamo: ma che senso ha giocare ad uno sport di gruppo se non parli con nessuno e non ti relazioni al gruppo? A sto punto vai a giocare a tennis! Dal loro punto di vista gli saremmo sembrati pazzi io e Mutlu, che abbiamo riso e gridato per tutto la partita!
Il giorno dopo siamo andati con Tauno a visitare la cugina Christen in Norvegia, a 3 ore di auto da Ivalo, quasi al confine con la Russia. Christen vive sola in una fatteria sul fiume Neiden, il piu' famoso fiume per la pesca di salmoni.... ma lei ALLEVA ASKI INVECE! Vive delle vincite delle corse con gli aski. Christen.... pensa all'antifemminilità.... E' LEI! La giornata da lei è stata pressoché perfetta: sole alto nel cielo azzurro per 17 ore buone, accompagnando la nostra gita nella tundra, io e Tauno su una slitta, Mutlu e Christine nell'altra, e 16 aski! Curiosità: Christine mi ha spiegato che nel trainare le slitte, di solito gli aski maschi si mettono per ultimi nella fila, vicino alla slitta, perchè sono quelli con più forza, mentre gli aski femmina quasi sempre sono in testa alla fila, perchè devono guidare il resto del gruppo, e sono più furbe dei maschi.... ma guarda un po' tu le coincidenze della vita.... :)

Questa gita nella tundra è stata una delle cose più belle che ho fatto nella mia vita, senza dubbio! Il silenzio ogni volta che si fermavano le slitte, era disarmante. Mai sentito un silenzio più forte. Le distese di bianco....... la luce del sole riflessa nella neve e nel chiaccio... bellissimo e soprattutto inedito per me! Ero così felice che neanche i 10 gradi sotto lo 0 mi davano piu' fastidio! Anzi, proprio i 10 gradi sotto lo 0 mi davano la soddisfazione maggiore, ancora un altro limite abbattuto!
Fine giornata, due ore per togliermi i 42 leggings che avevo addosso, sauna, e cammino di ritorno verso la Finlandia. E' già passata da un'ora la mezzanotte, Mutlu dorme come un bimbo sul sedile posteriore, Tauno guida attento alla strada, e io sto con il mio naso incollato al vetro congelato dell'auto, guardando il cielo, aspettando le tanto sognate Northern Light. Volpe di fuoco.... ovvero.... l'aurora boreale! E nella giornata più perfetta del mondo...... eccole che appaiono! Mi sono catapultata fuori dall'auto non curante dei -20 gradi gridando come una bimba che ha visto Babbo Natale! Mutlu non ha resistito al freddo ed è rimasto in auto, io e Tauno siamo stati buoni 20 minuti bagnandoci di questa incredibile pioggia di luce! Incredibile.

E aurora a parte, forse la parte più emozionante del viaggio, è stato proprio... il viaggio! Cioè tornarmene da Ivalo, in mezzo al circolo polare artico, fino a Tampere, nel sud della Finlandia, in autostop! :) provabilmente una delle tratte più facile che abbia mai affrontato nella mia vita, tenendo su un cartello che diceva “OVUNQUE”, con due paia di stivali ma una sola suola completa, neve nei calzini, e un trolley pieno di felicità, perchè c'è amore che si recicla, e perchè ci sono persone come Mutlu, per le quali non devo rinunciare a me stessa.



"quando mi manca lui, per stare bene basta ricordarmi che quando lui c'era MI MANCAVO IO!"

domenica 7 aprile 2013

DAL PASSATO! HO TROVATO UN VECCHIO POST! INDONESIA OUT ------------------ MALESIA/FILIPPINE IN !

La mia avventura in Indonesia finisce qua, a Borobodur, poco dopo aver scoperto che le teste mozzate dei Buddha del
tempio sono in vendita al Krysties di Londra! Vatti a fidare di quello che raccontano le guide... :D:D:D!



I 4 giorni a Yogyakarta sono stati piuttosto noiosi, un po’ per la pioggia, un po’ per la compagnia... L’unica situazione carina e’ stata la gita al Tempio di Borobudur, che in se’ non mi ha
impressionato (forse l’aspettativa era troppo alta), ma almeno i miei compagni di viaggio erano divertenti. Stefano di Genova, uno dei pochi italiani al mio stile, e Juan, argentino che vive in Francia, poverino! Eravamo gli unici senza guida nel tempio, e non in un tempio colunque, ma nel piu’ grande tempio Buddhista dell’Asia! Cioe’ senza guida ti sembra solo un ammucchio di pietre senza senso... Io infatti la storia del tempio e il suo simbolismo l’avevo letto sulla lonely planet, anche se la parte piu’ interessante rimane sempre la scoperta che le teste dei Buddha mozzati le vendono all’asta da Krystie’s! La mia riflessione piuttosto e’ un’altra: nel paese a maggior densita’ islamica, il simbolo nazionale e’ un tempio Buddhista! A proposito di cose strane e di “paese che vai usanza che trovi”: all’aereoporto di Yogya all’entrata dell’immigrazione c’era un cartello che pubblicizzava una polizza assicurativa. “ASSICURAZIONE IN CASO DI MORTE DOVUTO A INCIDENTE AEREO, SOLO 75.000 RUPIE (6 EURO)”.
Ho avuto un dejavu di quando in India, prima di comprare ogni biglietto dell’autobus, l’agente di viaggio mi mostrasse un foglio aggiornato con la lista delle imprese di trasporti e il relativo numero di incidenti per mese! 

Pronta a lasciare l’Indonesia, senza troppa nostalgia... in realta’ ne ho avuto abbastanza del costante odore di fritto e delle condizioni igieniche che intimidiscono pure il metabolismo! Spero che nelle Filippine mi trovi piu’ a mio agio, essendo un paese cattolico magari la cultura mi sara’ piu’ familiare!
Stop over di due giorni in Malesia, nella cittadina di Satiawan, 300 km a nord della capitale... Mi tocca la visita di un mio amico cinese che ogni volta che e' passa di striscio dall'Europa allunga di ore e ore il viaggio per venire a Praia a Mare a salutarmi! L'intero weekend ha avuto un senso quando durante la nostra visita alle Petronas KLCC Towers sono corsa nel bagno degli uomini fingendomi un travestito per evitare la fila delle donne! In Malesia ero gia' stata ospite nell'ormai preistorico 2003, le foto di quel viaggio sono improponibili... Questo paese sembra un frappe' di Cina e India servito al tavolo dei ricconi arabi! Due giorni passano in fretta nel dolce far niente, e gia' e' tempo di volare di nuovo, stavolta verso le Filippine!

venerdì 4 gennaio 2013


IL 15 DICEMBRE SCRIVEVO QUANTO SEGUE (non l'ho mai pubblicato perchè il mio computer è stato ko per 3 settimane!)


... il compromesso tra me e il mio diario di viaggio diventa sempre più sporadico... non che non abbia cose da scrivere, le emozioni ci sono sempre, ma sono diverse... forse non vale la pena esternarle. Ogni giorno ricevo nella mia posta di facebook messaggi di persone che non conosco, da tutta Italia, che sono capitate per caso sul mio blog, o di persone che  conosco solo di vista nel mio paese, che si complimentano, che mi ringraziano per condividere con loro le mie avventure, che sorridono leggendo delle mie vicende, che dicono di invidiare la mia vita così “perfetta” e “piena di gioia contagiosa”. Bè non voglio deludere tutte queste persone, e per questo quando le cose non vanno proprio bene, penso sia meglio non scrivere niente.

Dopo la parentesi Canada 2, ho passato 6 giorni in Republica Dominicana e 6 giorni a Porto Rico. Tutto piuttosto piatto, a parte qualche scalpitata di merengue a Punta Cana e l’attacco di un’iguana a San Juan. Sicuramente l’highlight di questa tappa à stata Vieques, un’isoletta nel mar dei Caraibi tra Porto Rico e le Isole Vergini. Mi ci ha portato Alejandre, il mio anfitrione di San Juan, con le sue coospiti, 2 ragazze tedesche, 1 spagnola e una polacca. Siamo rimasti a dormire a casa di un suo amico che ci ha portato nel posto più magico in cui sia mai stata. Mosquito Bay. La baia più luminescente al mondo. Mi spiego. Questa baia ospita una specie rara di plancton che si illumina al contatto con qualsiasi corpo. Questo vuol dire che tutti i pesci che si muovono sott’acqua sembrano neon super fluo, se ne riconosce la sagoma e la specie dalla superficie. Nel buio più totale abbiamo kayakato tutta la baia.... ogni volta che il remo entrava in contatto con l’acqua si illuminava lasciando surreali scie di luce. Intorno a noi milioni di pesci, abbiamo anche rincorso uno squaletto per qualche decina di metri! Le guide turistiche locali approfittano di un barcone abbandonato nel mezzo della baia, usandolo come piattaforma dalla quali i visitanti possono godersi lo spettacolo delle mille luci dall’alto. Noi abbiamo fatto di più addirittura: ci siamo tuffati! E questo è stato forse il momento più indimenticabile: quando il primo di noi si è tuffato, tutti gli schizzi che ha alzato sembravano una pioggia di meteoriti! Le stelle in cielo erano di meno che le stelle in mare! Ho pensato tantissimo al mio babbo, gli sarebbe piaciuto tantissimo uno spettacolo del genere!

Mi lascio alle spalle anche Porto Rico, alla volta di Miami, per incontrare i miei due fratellini paesani Petrone & ndonio Martino J! Sinceramente non vedevo l’ora di vederli... era più di un mese che non vedevo gente che conoscessi da tempo, e che ti facesse sentire a casa. E’ difficile essere sempre un’estranea. Il nostro gruppo di 3 si è accuartetizzato: si è aggiunto Elio, un ragazzo nato a Cosenza e cresciuto a Miami, che non parla italiano, bensì perfetto dialetto cosentino. Tipo non sa cosa voglia dire “bagnato”, ma sa perfettamente cosa è “mbuso”! I fantastici 4 si preparano quindi ad abbordare la nave che li porterà nella primissima crociera della loro vita... si salvi chi può!


La crociera è stata un’esperienza del tutto nuova, e sorprendentemente affascinante. Non mi aspettavo affatto la bellissima atmosfera che abbiamo trovato, ragazzi giovani, non necessariamente coppie (come per qualche motivo mi aspettavo!), abbiamo fatto amicizia con tantissime persone! L’unico momento NO è stato un litigio con il mio amico Antonio sulla spiaggia di Nassau: avevo preparato i panini per tutti per risparmiare i soldi del pranzo, ma Antonio non ha gradito il ripieno del suo panino, e l’ha letteralemente buttato a terra gridando “BLEAH CHE SCHIFO”. Aveva già avuto comportamenti del genere a tavola, e più vollte gli avevo chiesto di rispettare il cibo davanti a me. Se non ti piace lo metti delicatamente da parte. Non c’è bisogno di mimare vomito o gettarlo. Credo che sia mancanza di rispetto verso 1 chi non ha cibo 2 me che mi sono svegliata alle 7 per fare i panini. Quando poi lui ha cominciato a farneticare che non gliene frega niente della gente che muore di fame, che non è colpa sua, e che “pi isso ponu schatta’!” allora mi sono messa a piangere. Perchè io la gente che muore di fame l’ho vista davvero, e ascoltare un mio compaesano che dice una cosa del genere mi riempe di vergogna e nient’altro. E il fatto che abbia 20 anni non lo giustifica. Mi ha talmente inorridita quello che ha detto, che ho preso le mie cose e me ne sono andata da sola. E siccome non tutto il male viene per nuocere, un ragazzo che stava passando con la moto d’acqua mi ha vista camminare sulla spiaggia e mi ha offerto un passaggio alla nave via super mega festa su isola deserta! La cieliegina sulla crociera me la gusto al ritorno a Miami, dove dopo 3 ore e mezza di viaggio dal Porto di Cape  Canaveral mi rendo conto di aver lasciato il mio porta documenti nella cassaforte della nave, con solo 2000 dollari dentro!

Ci sono volute un sacco di lacrime al telefono con la compagnia per convincerli a evitare la prassi di 30 giorni e ridarmi l’oggetto subito! Ultimatum: devo essere a Port Canaveral il 2 dicembre alle 8 di mattina, orario in cui la nave attracca, o dovrò davvero aspettare 30 giorni. Allora prenoto e pago il nolo di un’auto online, da ritirare alle 22 all’aereoporto di Miami. L’idea era di viaggiare piano piano tutta la notte, fino al porto, e ci sarei riuscita SE MI AVESSERO CONSEGNATO L’AUTO! Niente da fare, il rent a car mi lascia a piedi, non vogliono consegnarmi l’auto perchè la mia carta di credito è prepagata. Con la coda fra le gambe e incazzatissima me ne torno a Miami Beach. A metà strada però mi accordo di avere lasciato sulla scrivania del rent a car LA MIA AGENDA!!!!! La testaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Torno indietro, ho 4 minuti prima che l’agenzia chiuda! Recupero last second la mia agenda ed esco dall’ufficio con il loro ultimo cliente della giornata, che sta per entrare nell’auto che è riuscito a noleggiare. “scusa per dove sta partendo?” “Cape canaveral” mi risponde!!! JJJJJJJ E FIGURAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAATI SE IO NON TROVAVO L’ANGELO DEL CASO!!! Insomma recupero le mie cose. Tutto è bene quel che finisce bene! Non ritorno a Miami, mi fermo a West Palm Beach, a casa di un cugino di mio madre. E’ il mio compleanno, lo passo con la famiglia più vicina che ho. Zio Peter, Tia Elsie, la portoricana più bella del mondo sua moglie, le loro due fighissime culissime tettissime figlie, Anjie e Nicole, e la nonna, che vive negli States dal 1934 e ancora non parla una singola parola di Inglese! Sta seduta al tavolo guardando la tv, e chiunque entri lei gli dice “I LOVE YOU”. E con il passare degli anni si è addolcita, perchè, racconta zio, che 15 anni fa invece di dire “i love you” salutava gli ospiti dicendo “VAFANGULO”... ! Ci raggiunge anche Moudu dal Canada, e porta con se la sopresa più gradita del 2012: il mio itinerario originario di viaggio prevedeva che volassi per Aruba il 1 dicembre, per poi incontrare il mio amico Tony in Venezuela e di là proseguire per il brasile in autostop! A causa dell’incidente in crociera, ho perso il mio volo per Aruba, e avrei quindi dovuto comprare un’altro volo che mi sarebbe costato carissimo, e questo ha un pò compromesso tutto il viaggio... e qui entra in gioco la pedina Moudu: mi ha regalato una crociera di una settimana nei Caraibi occidentali (cortesia della compagnia!)! Porti di chiamata: Cozumel, Mexico; Belize city, Belize; Roatan, Honduras; Grand Cayman, Cayman Island. E proprio sdraiata sulla panca di una barca a galla nelle paradisiache acque delle Cayman, ho deciso il nome di questo viaggio 2012:

 HARUKULU TRIP!


 Dedicato a tutta la gente che non si fa mai i caxxi suoi! Come la signora che mi è passata accanto mentre nuotavo tranquilla nei pressi di una lingua di sabbia al confine con la barriera corallina: “DOVRESTI INDOSSARE UN COSTUME INTERO, NON QUEL BIKINI MINUSCOLO!” mi dice...!  MA FATTI I CAZZI TUOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOI CHE CAMPI 100 ANNI! Ma pensa tu.... in mezzo all’oceano, in un paradiso terrestre.... questa pensa al bikini mio e si prende pure il garbo di venirmelo a dire! E allora anche per lei signora... HARUKULU! Questo viaggio è dedicato anche a lei! 

venerdì 2 novembre 2012

❤ CANADA ✈ CUBA ✈ CANADA ❤


Due settimane in Canada... non è andata malissimo! Anche il mio livello di sopportazione al freddo si è adeguato alle punte di -4° sulle montagne del Quebeq, ho anche scoperto che se indosso i guanti e riesco a tenere le mani calde e in qualche modo le orecchie, tutto il corpo ne risente meno. 

Il Canada sarebbe dovuto essere solo uno stop over, un corridoio tra Stati Uniti e Cuba. Non mi ha mai attratto come paese, l’unico motivo per il quale mi ci sono trovata è perchè un volo da Toronto a Cuba costa 80 euro! E visto che mi ci trovavo, ho pensato di approfittarne e visitare Crystel, la ragazza che è stata a casa mia per due mesi. Il resto.... è stato tutto una splendida inaspettata favola J! La novità più eclatante che il Canada ha apportato nella mia vita, è sicuramente l’arrivo di Badoo, un peluche di lana che ho adottato come se fosse un figlio. Gli ho assegnato un papà di emergenza, registrato all’anagrafe di Montreal J ma con passaporto del Sierra Leone. Ho sempre desiderato un figlio africano. Adesso sciello’, come direbbero i pakistani che vendono collane in spiaggia! E assurdo a dirsi... ma... lo amo! Ci parlo, gli rimbocco le coperte, e un paio di volte l’ho anche allattato! Chi mi vede mi prende per pazza.... e può darsi che abbia pure ragione! Questa è la fine che fà chi corre in assolo per troppo tempo J!
Le due settimane in Canada si possono riassumere in due parole: Crystel. Moudu. Due persone che sono entrate nella mia vita per non uscirne mai più, e non c’è distanza che possa sbiadire tanta stima e tanto amore. Dalla foresta di aceri a Babele, dal New Mondo al castello di Quebeq e ancora alle montagne di Tremblant... mi hanno trascinato in un’avventura che non dimenticherò mai! Avrei scattato una foto di ogni singola foglia, di ogni singola ruga, di ogni singolo passo, di ogni singola goccia...


Quello che invece sarebbe dovuto essere l’highlight del Canada, le cascate del Niagara, è stato il giorno “peggiore” di una tappa perfetta nel mio viaggione di 3 mesi tra NOrdAmeRICa e CarAiBI! Dopo aver visto Foz do Iguaçu in Brasile, non esistono cascate al mondo che possano farmi rimanere a bocca aperta. Invece a Badoo, che non è stato a Foz do Iguaçu, sono piaciute moltissimo! Scontate tutte le infinite distese di rosso acero, quello che mi rimarrà più impresso del Canada è la gentilezza e l’umanità delle persone. Se gironzoli con aria persa con una valigia, non devi neanche chiedere informazione ai passanti perchè SARANNO I PASSANTI AD OFFRIRE AIUTO! Nei negozi non si dice “buongiorno”, si dice “buongiorno, come stai?”. E da li’ inizia tutto un interminabile convenevole che in Italia probabilmente non avresti neanche con 5 anni di amicizia alle spalle! 


E ciliegina sulla torta: il volo, Toronto Canada per Santa Clara Cuba!! La crew di bordo non è una crew, è una banda di commedianti , hanno reclutato animatori piuttosto che hostes and stwards! Il benvenuto a bordo prima del decollo è stato più o meno così:
“BUON POMERIGGIO A BORDO DEL VOLO 3467 WESTJET IN PARTENZA PER WASHINGTON”
Tutti i passeggeri all’ascolto dell’annuncio sono sbiancati credendo di essere sul volo sbagliato... alchè l’hostess riprende il mic in mano e urla:
“AH NON VI PIACE WASHINGTON??? COMANDANTE, ALLORA CI PORTA A CUBA??? OK ALLORA INDOSSATE I BIKINI ANDIAMOOOOO A CUBAAAAAAAAAAA YAHOOOOOO!”
Dopo di che è iniziato lo schetch su come allacciare le cinture e le uscite di emergenza! Un vero e proprio teatrino! E guarda un pò, in 200 voli, questa è stata la prima volta che infatti ho prestato attenzione alle misure di emergenza! Quando poi è passato il servizio di bordo, ho fatto presente all’hostess che in tutti i miei viaggi non ho mai incontrato una crew migliore, io l’ho detto di cuore, E LEI MI HA DATO DOPPIA RAZIONE DI PASTO!
LEZIONE DEL GIORNO: PRIMA CHE L’HOSTESS TI SERVA IL PASTO, FALLE SAPERE QUANTO SIA LA MIGLIOR HOSTESS CON LA QUALE TU ABBIA MAI VOLATO!


LA MACCHINA DEL TEMPO ESISTE:  VOLO 676 PA CUBA!
Non ho mai avuto grandi sogni nella mia vita, tendo a concretizzare tutto ciò che desidero e quindi di sogno nella mia vita rimane ben poco,  quasi niente. Eppure Cuba.... Cuba è sempre stata un’ossessione nella mia testa. La musica, il ritmo, la salsa... e purtroppo il governo, che ha reso la mia ossessione un tabù. Mi sta già troppo a cuore la questione venezuelana, mi rende nervosa assistire a cotanta ignoranza, vedere che il popolo rinuncia alla propria libertà in cambio di qualche falso ideale. E il Venezuela è solo una miniatura della dittatura cubana, e sulla base di questo ho sempre rimandato il mio viaggio a Cuba, sperando che un giorno Fidel Castro muoia e che questo spinga il popolo ad una rivoluzione, MA UNA RIVOLUZIONE VERA,  non una manovra guidata seppur da un tanto coraggioso quanto ingenuo uomo, per passare da un dittatore ad un altro.  Ma gente come Fidel e Hugo, non muoiono mai... qualcosa o qualcuno li salva sempre... inutile aspettare allora. Si parte per Cuba.
Più che nello spazio, mi sembra di aver viaggiato nel tempo, mi sento catapultata negli anni 50... Le auto sono tutte “d’epoca”, è solo da qualche anno che si possono comprare e vendere, prima si lasciavano solo in eredità; nessuno ha internet, nessuno ha mai visto un iphone, l’architettura coloniale intatta, non ci sono prodotti importati, sono permessi solo 5 canali in tv, OGGI ADDIRITTURA SIAMO PASSATI DAVANTI ALLA POSTA/TELEGRAFO! Hanno bloccato il tempo, perchè era l’unico modo di bloccare l’evoluzione, e un popolo non evoluto che vive procapitalmente con 20 dollari al mese, si lascia sottomettere molto meglio di un popolo che conosce i propri diritti e le proprie possibilità. I cubani non possono entrare nei ristoranti dei turisti, o visitare le stesse spiagge, o salire a bordo di navi e traghetti. Il governo glielo proibisce, per paura che a contatto con la cultura occidentale possa venirgli la voglia di essere liberi! La gente ha addirittura paura di parlare in strada, di esprimere la propria delusione nei confronti del governo di Fidel e del fratello. Cuba oggi è il frutto di questo, Cuba oggi non è nient’altro che Cuba ieri, e l’altro ieri, e il giorno prima ancora. Nulla è cambiato, a parte tutto il resto del mondo, Cuba no. Se avessi più tempo gliela organizzerei io una bella rivoluzione per fare insediare Daddy Yankee come presidente! Oggi ho incontrato Alexandre. Lavora nella principale disco di Havana. Il suo turno è dalle 14 alle 2. 12 ore, e la sua paghetta è di 3 dollari. Io 3 dollari li spendo in 7 minuti allo Stursbucks sul caffè che costa di meno. Che assurdo che è questo mondo... Eppure Alexandre è felice stasera, perchè oggi il governo di Raul Castro ha abolito la necessità della carta di invito per viaggiare all’estero. Un ostacolo in meno alla libertà del popolo. Sommando tutti questi fattori, è normale che poi per strada i cubani assedino i turisti, spillandogli soldi per qualsiasi cosa. Quello che però mi ha colpito è stata un’altra cosa:  se chiedi a qualcuno quanto valgono per loro 100 dollari, 8 cubani su 10 ti rispondono “mi divertirei nella miglior festa per una settimana!!!”. ????????????? guadagni la media di 18 dollari al mese, e se te ne regalo 100 li spendi in festa???? Allora vuol dire che male male non ci stai, che ti sei abituato allo standard e non ti interessa cercare di meglio. Credo che l’assuefazione sia alla base di ogni dittatura. POI IERI IL COLMO: una delle mulatte con vestiti tipici che si scatta le foto con te davanti ai monumenti e poi ti chiede soldi, voleva a tutti i costi i miei occhiali made in ottico chinese! MI HA OFFERTO 10 DOLLARI PER COMPRARLI! Calcola che io li ho pagati 3 J, non me la sono sentita di solarla così, anche se avrebbe in qualche modo compensato tutte le volte che hanno solato il mio amico Juan! Le negoziazioni di juan sono più o meno così:
Juan: “ti do 5 dollari per 4 sedie e un ombrellone a mare”
Cubano: “veramente costa solo 4!”

I miei compagni di viaggio sono sensazionali, siamo un gruppo perfettamente assortito. Oreste la maquina, Ecio il gay brasiliano, Juan l’argentino allenatore di cavalli più timido del mondo, e io, che al quarto giorno a Cuba già ho preso l’accento cubano e quindi tocca a me negoziare con taxi e hotel! Non abbiamo un itinerario preciso, ci svegliamo la mattina e decidiamo cosa fare della nostra giornata. Visto che la benzina è così cara (più di 1 dollaro al litro), il governo ha messo a disposizione sui principali anelli stradali, degli ispettori che fermano le auto che passano e le riempono di passeggeri che viaggiono in autostop, che imbarcano in ordine secondo il numerino al quale sono stati assegnati. A La Habana ci hanno raggiunto Ecio e Oreste, e ci siamo rimasti per 6 giorni, in un appartamento indipendente che era diventato un pò il punto di ritrovo di mezza città. Ormai tutto il vicinato ci conosceva... chi ci portava il latte, chi le mollette per stendere i panni sul balcone... i nostri nomi li conoscevano almeno nei 4 isolati circostanti! La casa di calle Lealtad 221, entre concordia y virtude, non la dimenticherò mai. Quando finalmente troviamo il coraggio di andarcene via da La Habana, prendiamo un taxi per Varadero, 180 km più a est. Prendere un taxi non è proprio stile mio, ma purtroppo viaggiando con altre 3 persone mi devo adattare. L’alternativa al taxi è il bus per stranieri della compagnia del governo, che costa esattamente 10 volte quanto costa lo stesso bus per cubani. Ovviamente cubani e stranieri non possono viaggiare nello stesso bus. Quindi invece di pagare il governo, preferiamo pagare un taxi e aiutare qualche papà di famiglia che non sia Fidel o Raul.

DAY 10. CIENFUEGOS: 10 giorni interi per perdere la pazienza J progressissimo! Siamo completamente isolati. Non so come diavolo fa questa gente ad accettare questa situazione. Le compagnie telefoniche straniere non hanno servizio di assistenza, INTERNET E’ ILLEGALE PER GLI INDIVIDUI, ci si può connettare solo su alcune postazioni del governo e al ridicolo costo di 10-12 dollari all’ora, di cui 35 minuti per aprire ogni pagina! Ho perso la pazienza! Ogni muro di Cuba è decorato con la parola REVOLUCION, ma sembra che qua questa parola più che un ideale rappresenti un’epoca PASSATA, un’fatto accaduto, passato e irrepetibile. Ieri al notiziario intervistavano una donna che diceva: “Io ho una casa con un letto, e ho potuto comprare anche un frigorifero, tutto questo grazie al mio comandante, Fidel, che è l’idolo del mondo”. Sono rimasta esterrefatta! Hanno messo il popolo in condizione di dover essere grato per aver una vita basica, un frigorifero, acqua e un tetto, come se non gli fossero dovuti i diritti primari di un umano!

DAY 12. MORON: e ci mancava l’uragano nelle nostre avventure irracontabili... siamo bloccati dentro casa con pioggie torrenziali e come se non bastasse io e Ecio abbiamo preso un’infezione intestinale, ieri ho vomitato tutta la notte e ho avuto la febbre alta, praticamente ci davamo i turni con Ecio in bagno! Risultato di mangiare in moneta nazionale invece che in divisa. Una zuppa costa 1 peso nazionale (ovvero 4 centesimi di dollaro) nei ristoranti per cubani, mentre nei ristoranti in divisa per turisti costa 3 pesos convertible (ovvero 3 dollari).


DAY 18. MORON: quello che meno ti immagini è che di 3 settimane a Cuba, un’intera settimana la passi nel paesino di Moron, nel bel mezzo del niente e lontano dalla costa, passando tutto il giorno a farti una doccia dopo l’altra (tanto non c’è nient altro da fare), guardare un film sul pc, e lisciare i capelli a Ecio... Quello che poi è impossibile immaginare è che mentre sei nella tua stanzetta con Gabriel, un ragazzo che si è “aggruppato” a noi,  che dalla finestra ti dice che conosce un tipo che ha un motoscafo per scappare da Cuba, e già non sai come fare a trattenere le risate, ALLORA A QUEL PUNTO ARRIVO ECIO UBRIACO CON UN MEDICO MESSICANO,TI CHIUDE NEL BAGNO E TI SUSSURRA “MARTINA, NON INDOVINERAI MAI: CHI HA COMMISSIONATO L’ASSASSINIO DEL CHE E’ FIDEL!”. Guardo Ecio incredula, scoppio a ridere come una pazza e metto l’aneddoto in lizza per gli OSCAR DELLA RISATA CUBA 2012, ai quali partecipa di diritto il tipo che ieri sera era seduto a terra sui gradini di fronte a noi sul viale principale: siccome il suo pantalone era bianco, per non sporcarlo, prima di sedersi se l’è calato fino al ginocchio e si è seduto sulle mutande!


DAY 19. MORON. LAST DAY IN CUBA: ormai conosco tutti a Moron, mi tocca pure fare il giro del paese per dare l’addio a tutte le persone che ho conosciuto qua e che dubito che vedrò ancora nella mia vita. Per la prima volta esco da un paese senza nostalgia, sono troppe le cose che mancano a Cuba per andare via sperando di tornare presto. A Gabriel ho lasciato la mia lacca per capelli, e sembrava felice come se gli avessi regalato un rolex. Questo toglie ogni dubbio sul fatto che fosse gay, come Ecio pronosticava! Gabriel mi ha fatto piangere ieri...  Ha 21 anni, ha negli occhi la rassegnatezza di chi sa che la storia della sua vita è scritta già, non conosce niente del mondo, sa a malapena che il mondo esiste, ma non riesce neanche ad immaginare come sia. Non sa neanche cosa sia Facebook, questo dice tutto. Eppure.... ieri mentre gli facevo la manicure (altra prova della natura omosessuale!), mi dice: “Mami pa donde tu vas despues de Cuba?”. Gli ho risposto che sarei andata in Canada, Dominicana, Haiti, Puerto Rico, Stati Uniti... bla bla bla. E lui invece di mostrare invidia mi dice: “MAMI TU TIENES 28 ANOS YA, CUANDO VAS A PARAR???”. Momento di panico. Non importa di che colore, età, natura genere e razza siano le persone che conosco, mi stanno dicendo tutti la stessa cosa! Quando smetterò di fare questa vita... Momento di panico.

Non potevo certo evitare una visita alla polizia prima di partire (come sempre in ogni paese dove vado finisco all’ospedale e/o alla polizia! Sempre di mia spontanea volontà però... quasi sempre J). Stavolta il mio piano era di denunciare lo smarrimento del portafoglio/carta di credito e con la denuncia evitare di pagare la tassa di 25 dollari all’aeroporto. L’ho fatto già altra volte, funziona sempre. A Cuba però è stato un pò più complicato... il poliziotto prima non voleva stilare una denuncia per smarrimento, e quindi ho dovuto cambiare versione e dirgli che ero stata derubata. Poi il problema è passato alla fase 2: il poliziotto pensa che la carta di credito sia un documento identificativo con tanto di foto, e quindi mi vuole passare alla Polizia di Immigrazione. Mi ci sono volute buone due ore per fargli capire che la carta di credito non è un documento. Una volta stesa la denuncia, arriva la fase 3: NON C’è INCHIOSTRO NELLA STAMPANTE PER STAMPARE LA DENUNCIA, alchè il colonello chiede al tenente di andare a comprare l’inchiostro, e ciò ci porta direttamente alla fase 4: NON C’E’ BENZINA NELL’AUTO! Insomma per avere la denuncia mi ci sono volute 4 ore, escludendo la fase 5 CHE E’ IL CORTEGGIAMENTO DA PARTE DI OGNI POLIZIOTTO UNDER 40 CHE STAVA IN CASERMA! Tutto è bene quel che finisce bene, all’aereoporto ho presentato la denuncia della polizia e ricevuto l’esonero al pagamento di 25$ ed esco da Cuba con l’orgoglio di avergliela messa arukulu a Fidel!

REVOLUCIONARIAMENTE, MARTINA

martedì 25 settembre 2012

INDOVINA CHI E' ARRIVATO A NEW YORK?????

... Sono in aereo e guardo un film.... e un'ora dopo SONO DENTRO QUEL FILM! Era da tanto tempo che non mi veniva la pelle d'oca arrivando in una città. Me lo dicevano tutti: amerai New York, visto che ami Londra. Sono molto simili come città, con la differenza che nella grande mela al posto dei musulmani ci sono i portoricani!
Farmi accettare al check in è stata già un'impresa: l'addetto della Meridiana non voleva farmi partire perchè non avevo un biglietto di ritorno in Italia. Ci sono voluti buoni 40 minuti per fargli capire che la legge dice che per entrare negli States devi mostrare il biglietto di uscita dal paese, non necessariamente di ritorno nel paese di provenienza. E io il biglietto di uscita l'avevo! Ho dovuto chiamare l'immigrazione dal MIO telefono e passargli l'addetto per convincerlo a farmi salire a bordo! E siccome questo mi ha abbastanza stizzito, l'ho presa a cuore e nella fila del check in ho stampato biglietti falsi per tutti quelli che hanno avuto lo stesso problema! E così nenache entrata in aereo, già avevo una quindicina di amici a bordo, diciamo che il volo è stato un pò una pasquetta!

DAY 1: Il mio primo giorno a New York, l'ho passato camminando..... e camminando.... e camminando.... ho camminato letteralmente tutto il giorno... ne avevo bisogno. Ho incrociato un milione di sguardi, persone che camminavano verso di me.... dietro di me.... accanto a me.... tutti così diversi, di tutti i colori! Solo questo è stato abbastanza per rendere felice la mia giornata: non riesco a capire come la gente possa vivere ogni giorno con la consapevolezza che vedrà esattamente gli stessi visi giorno dopo giorno, mai una novità, mai una sorpresa! A ogni persona che ho incontrato avrei cliccato sul MI PIACE.
A fine giornata, quando stavo per tornare a casa ormai distrutta, chiedo un'info ad un gruppo di ragazzi che chiacchierava sul marciapiede, e 20 minuti dopo ero nel loro appartamento per cena... 40 minuti dopo stavo insegnando alle loro fidanzate a ballare funk brasiliano... 60 minuti dopo ero sul tetto del loro palazzo arrotolata in 4 piumoni a guardare la skyline!

DAY 2: era da un pò di tempo che avevo pubblicato su facebook un evento, il FREE HUGS NY, "abbracci gratis" per raccimolare un gruppetto e incontrarci a Times Square alle 3 e passare il pomeriggio ad abbracciare i passanti. Bè, una ventina di persone sono venute all'appuntamento! Per chi non sapesse cos'è il free hugs funziona così: tieni in mano il tuo cartellone con su scritto "ABBRACCI GRATIS" e quelli che passano si avvicinano e ti abbracciano! E per un "inspiegabile" motivo questo ti fa sentire meglio!
Siamo stati ben 4 ore ad abbracciare il mondo a Times Square! La gente ti abbraccia... e poi ti ringrazia! Ho guadagnato almeno 10 anni di vita in un pomeriggio! Ne ho abbracciati di tutte le razze, colori, etè e generi! Avrei voluto scattare una foto di ogni sorriso! Ma purtroppo c'è una nota dolente: alcune persone hanno rifiutato il mio abbraccio. Coincidenza: ERANO TUTTI ITALIANI! Ancora una volta un segnale di quanto ottusi e fuori dal mondo questo popolo sia! Una coppia mista, lei calabrese lui delle marche, si fermano a chiedermi il perchè stessi ore e ore in strada ad abbracciare sconosciuti. Io gli ho risposto: "e perchè non dovrei farlo? Abbracciare qualcuno non ti costa niente, e di sicuro non può peggiorarti la giornata!". Mi guardavano come se fossi di Marte. Mi hanno fatto una pena, poverini.... A fine giornata eravamo raddoppiati, ho dovuto comprare più cartelloni e pennarelli per distribuirli, perchè tanta gente che avevamo fermato per abbracciare si è poi unita a noi per abbracciare a sua volta! Anche uno dei ragazzi che ho conosciuto il giorno prima è venuto all'appuntamento free hugs: all'inizio quando gli ho spiegato come funzionava, ha fatto tutto lo schizzinoso, e quando è arrivato ha detto che era venuto solo per fare le foto con la mia reflex. 30 minuti dopo stava tenendo il cartellone più alto di tutti e abbracciava qualsiasi umano nel raggio di 50 metri!!!

DAY 3: erano anni che avevo sto pallino. Skydiving. Un tipo che ho conosciuto su internet mi invita per un lancio a Philadelphia, ne approfitto stavolta, e realizzo un sogno che stava lì zitto zitto nascosto sul fondo del cassetto, un sassolino nella scarpa che non erano mai riuscita a togliere.



E' stata strana come sensazione, vedevo la mia reazione prima e dopo diversissima da tutte le altre!! Il fatto di lanciarmi nel vuoto da 4000 metri mi ha fatto nascere uno stormo di farfalle nello stomaco, ma quello che mi ha dato più adrenalina è stato qualcos'altro. La mia vita, letteralmente, era nelle mani del mio istruttore, Mike. Durante il decollo ho cominciato a tremare, mi veniva quasi da piangere (soprattutto per i 250 euro che ho speso più velocemente nella mia vita!)... E più io tremavo più lui mi stringeva e diceva: Martina ti tengo stretta, senza di me non vai da nessuna parte. E' assurdo, ma questa è l'emozione più forte che ho avuto in tutta la giornata: il fatto di dipendere, finalmente, da qualcuno. Il fatto di poter lasciarmi andare in caduta libera, tanto c'è qualcuno che apre il paracadute per me. Il fatto di non dovermi preoccupare della mia vita, perchè è nelle mani di qualcuno che la salva! E tutta questa valanga di emozioni, le ho avute ancora prima del lancio! Nel momento in cui ho saltato dall'aereo, è stato tutto cos' veloce che non me ne sono resa conto!! Non mi ricordo niente!!! Si vede nel video che ero tipo sotto schock!