Due settimane in
Canada... non è andata malissimo! Anche il mio livello di sopportazione al
freddo si è adeguato alle punte di -4° sulle montagne del Quebeq, ho anche
scoperto che se indosso i guanti e riesco a tenere le mani calde e in qualche
modo le orecchie, tutto il corpo ne risente meno.
Il Canada sarebbe
dovuto essere solo uno stop over, un corridoio tra Stati Uniti e Cuba. Non mi
ha mai attratto come paese, l’unico motivo per il quale mi ci sono trovata è
perchè un volo da Toronto a Cuba costa 80 euro! E visto che mi ci trovavo, ho
pensato di approfittarne e visitare Crystel, la ragazza che è stata a casa mia
per due mesi. Il resto.... è stato tutto una splendida inaspettata favola J! La novità più eclatante che il Canada ha
apportato nella mia vita, è sicuramente l’arrivo di Badoo, un peluche di lana
che ho adottato come se fosse un figlio. Gli ho assegnato un papà di emergenza,
registrato all’anagrafe di Montreal J ma con passaporto del Sierra Leone. Ho
sempre desiderato un figlio africano. Adesso sciello’, come direbbero i
pakistani che vendono collane in spiaggia! E assurdo a dirsi... ma... lo amo!
Ci parlo, gli rimbocco le coperte, e un paio di volte l’ho anche allattato! Chi
mi vede mi prende per pazza.... e può darsi che abbia pure ragione! Questa è la
fine che fà chi corre in assolo per troppo tempo J!
Le due settimane
in Canada si possono riassumere in due parole: Crystel. Moudu. Due persone che
sono entrate nella mia vita per non uscirne mai più, e non c’è distanza che
possa sbiadire tanta stima e tanto amore. Dalla foresta di aceri a Babele, dal
New Mondo al castello di Quebeq e ancora alle montagne di Tremblant... mi hanno
trascinato in un’avventura che non dimenticherò mai! Avrei scattato una foto di
ogni singola foglia, di ogni singola ruga, di ogni singolo passo, di ogni
singola goccia...
Quello che invece
sarebbe dovuto essere l’highlight del Canada, le cascate del Niagara, è stato
il giorno “peggiore” di una tappa perfetta nel mio viaggione di 3 mesi tra
NOrdAmeRICa e CarAiBI! Dopo aver visto Foz do Iguaçu in Brasile, non esistono
cascate al mondo che possano farmi rimanere a bocca aperta. Invece a Badoo, che
non è stato a Foz do Iguaçu, sono piaciute moltissimo! Scontate tutte le
infinite distese di rosso acero, quello che mi rimarrà più impresso del Canada
è la gentilezza e l’umanità delle persone. Se gironzoli con aria persa con una
valigia, non devi neanche chiedere informazione ai passanti perchè SARANNO I
PASSANTI AD OFFRIRE AIUTO! Nei negozi non si dice “buongiorno”, si dice “buongiorno,
come stai?”. E da li’ inizia tutto un interminabile convenevole che in Italia
probabilmente non avresti neanche con 5 anni di amicizia alle spalle!
E
ciliegina sulla torta: il volo, Toronto Canada per Santa Clara Cuba!! La crew
di bordo non è una crew, è una banda di commedianti , hanno reclutato animatori
piuttosto che hostes and stwards! Il benvenuto a bordo prima del decollo è
stato più o meno così:
“BUON POMERIGGIO
A BORDO DEL VOLO 3467 WESTJET IN PARTENZA PER WASHINGTON”
Tutti i
passeggeri all’ascolto dell’annuncio sono sbiancati credendo di essere sul volo
sbagliato... alchè l’hostess riprende il mic in mano e urla:
“AH NON VI PIACE
WASHINGTON??? COMANDANTE, ALLORA CI PORTA A CUBA??? OK ALLORA INDOSSATE I
BIKINI ANDIAMOOOOO A CUBAAAAAAAAAAA YAHOOOOOO!”
Dopo di che è
iniziato lo schetch su come allacciare le cinture e le uscite di emergenza! Un
vero e proprio teatrino! E guarda un pò, in 200 voli, questa è stata la prima
volta che infatti ho prestato attenzione alle misure di emergenza! Quando poi è
passato il servizio di bordo, ho fatto presente all’hostess che in tutti i miei
viaggi non ho mai incontrato una crew migliore, io l’ho detto di cuore, E LEI
MI HA DATO DOPPIA RAZIONE DI PASTO!
LEZIONE DEL
GIORNO: PRIMA CHE L’HOSTESS TI SERVA IL PASTO, FALLE SAPERE QUANTO SIA LA
MIGLIOR HOSTESS CON LA QUALE TU ABBIA MAI VOLATO!
LA MACCHINA DEL
TEMPO ESISTE: VOLO 676 PA CUBA!
Non ho mai avuto
grandi sogni nella mia vita, tendo a concretizzare tutto ciò che desidero e
quindi di sogno nella mia vita rimane ben poco,
quasi niente. Eppure Cuba.... Cuba è sempre stata un’ossessione nella
mia testa. La musica, il ritmo, la salsa... e purtroppo il governo, che ha reso
la mia ossessione un tabù. Mi sta già troppo a cuore la questione venezuelana,
mi rende nervosa assistire a cotanta ignoranza, vedere che il popolo rinuncia
alla propria libertà in cambio di qualche falso ideale. E il Venezuela è solo
una miniatura della dittatura cubana, e sulla base di questo ho sempre
rimandato il mio viaggio a Cuba, sperando che un giorno Fidel Castro muoia e
che questo spinga il popolo ad una rivoluzione, MA UNA RIVOLUZIONE VERA, non una manovra guidata seppur da un tanto
coraggioso quanto ingenuo uomo, per passare da un dittatore ad un altro. Ma gente come Fidel e Hugo, non muoiono
mai... qualcosa o qualcuno li salva sempre... inutile aspettare allora. Si
parte per Cuba.
Più che nello
spazio, mi sembra di aver viaggiato nel tempo, mi sento catapultata negli anni
50... Le auto sono tutte “d’epoca”, è solo da qualche anno che si possono
comprare e vendere, prima si lasciavano solo in eredità; nessuno ha internet,
nessuno ha mai visto un iphone, l’architettura coloniale intatta, non ci sono
prodotti importati, sono permessi solo 5 canali in tv, OGGI ADDIRITTURA SIAMO
PASSATI DAVANTI ALLA POSTA/TELEGRAFO! Hanno bloccato il tempo, perchè era
l’unico modo di bloccare l’evoluzione, e un popolo non evoluto che vive
procapitalmente con 20 dollari al mese, si lascia sottomettere molto meglio di
un popolo che conosce i propri diritti e le proprie possibilità. I cubani non
possono entrare nei ristoranti dei turisti, o visitare le stesse spiagge, o
salire a bordo di navi e traghetti. Il governo glielo proibisce, per paura che
a contatto con la cultura occidentale possa venirgli la voglia di essere
liberi! La gente ha addirittura paura di parlare in strada, di esprimere la
propria delusione nei confronti del governo di Fidel e del fratello. Cuba oggi
è il frutto di questo, Cuba oggi non è nient’altro che Cuba ieri, e l’altro
ieri, e il giorno prima ancora. Nulla è cambiato, a parte tutto il resto del
mondo, Cuba no. Se avessi più tempo gliela organizzerei io una bella
rivoluzione per fare insediare Daddy Yankee come presidente! Oggi ho incontrato
Alexandre. Lavora nella principale disco di Havana. Il suo turno è dalle 14
alle 2. 12 ore, e la sua paghetta è di 3 dollari. Io 3 dollari li spendo in 7
minuti allo Stursbucks sul caffè che costa di meno. Che assurdo che è questo
mondo... Eppure Alexandre è felice stasera, perchè oggi il governo di Raul
Castro ha abolito la necessità della carta di invito per viaggiare all’estero.
Un ostacolo in meno alla libertà del popolo. Sommando tutti questi fattori, è
normale che poi per strada i cubani assedino i turisti, spillandogli soldi per
qualsiasi cosa. Quello che però mi ha colpito è stata un’altra cosa: se chiedi a qualcuno quanto valgono per loro
100 dollari, 8 cubani su 10 ti rispondono “mi divertirei nella miglior festa
per una settimana!!!”. ????????????? guadagni la media di 18 dollari al mese, e
se te ne regalo 100 li spendi in festa???? Allora vuol dire che male male non
ci stai, che ti sei abituato allo standard e non ti interessa cercare di
meglio. Credo che l’assuefazione sia alla base di ogni dittatura. POI IERI IL
COLMO: una delle mulatte con vestiti tipici che si scatta le foto con te
davanti ai monumenti e poi ti chiede soldi, voleva a tutti i costi i miei
occhiali made in ottico chinese! MI HA OFFERTO 10 DOLLARI PER COMPRARLI!
Calcola che io li ho pagati 3 J, non me la sono sentita di solarla così, anche se
avrebbe in qualche modo compensato tutte le volte che hanno solato il mio amico
Juan! Le negoziazioni di juan sono più o meno così:
Juan: “ti do 5
dollari per 4 sedie e un ombrellone a mare”
Cubano:
“veramente costa solo 4!”
I miei compagni
di viaggio sono sensazionali, siamo un gruppo perfettamente assortito. Oreste
la maquina, Ecio il gay brasiliano, Juan l’argentino allenatore di cavalli più
timido del mondo, e io, che al quarto giorno a Cuba già ho preso l’accento
cubano e quindi tocca a me negoziare con taxi e hotel! Non abbiamo un
itinerario preciso, ci svegliamo la mattina e decidiamo cosa fare della nostra
giornata. Visto che la benzina è così cara (più di 1 dollaro al litro), il
governo ha messo a disposizione sui principali anelli stradali, degli ispettori
che fermano le auto che passano e le riempono di passeggeri che viaggiono in
autostop, che imbarcano in ordine secondo il numerino al quale sono stati
assegnati. A La Habana ci hanno raggiunto Ecio e Oreste, e ci siamo rimasti per
6 giorni, in un appartamento indipendente che era diventato un pò il punto di
ritrovo di mezza città. Ormai tutto il vicinato ci conosceva... chi ci portava
il latte, chi le mollette per stendere i panni sul balcone... i nostri nomi li
conoscevano almeno nei 4 isolati circostanti! La casa di calle Lealtad 221,
entre concordia y virtude, non la dimenticherò mai. Quando finalmente troviamo
il coraggio di andarcene via da La Habana, prendiamo un taxi per Varadero, 180
km più a est. Prendere un taxi non è proprio stile mio, ma purtroppo viaggiando
con altre 3 persone mi devo adattare. L’alternativa al taxi è il bus per
stranieri della compagnia del governo, che costa esattamente 10 volte quanto costa
lo stesso bus per cubani. Ovviamente cubani e stranieri non possono viaggiare
nello stesso bus. Quindi invece di pagare il governo, preferiamo pagare un taxi
e aiutare qualche papà di famiglia che non sia Fidel o Raul.
DAY 10.
CIENFUEGOS: 10 giorni interi per perdere la pazienza J progressissimo! Siamo completamente
isolati. Non so come diavolo fa questa gente ad accettare questa situazione. Le
compagnie telefoniche straniere non hanno servizio di assistenza, INTERNET E’
ILLEGALE PER GLI INDIVIDUI, ci si può connettare solo su alcune postazioni del
governo e al ridicolo costo di 10-12 dollari all’ora, di cui 35 minuti per
aprire ogni pagina! Ho perso la pazienza! Ogni muro di Cuba è decorato con la
parola REVOLUCION, ma sembra che qua questa parola più che un ideale
rappresenti un’epoca PASSATA, un’fatto accaduto, passato e irrepetibile. Ieri
al notiziario intervistavano una donna che diceva: “Io ho una casa con un
letto, e ho potuto comprare anche un frigorifero, tutto questo grazie al mio
comandante, Fidel, che è l’idolo del mondo”. Sono rimasta esterrefatta! Hanno
messo il popolo in condizione di dover essere grato per aver una vita basica,
un frigorifero, acqua e un tetto, come se non gli fossero dovuti i diritti
primari di un umano!
DAY 12. MORON: e
ci mancava l’uragano nelle nostre avventure irracontabili... siamo bloccati
dentro casa con pioggie torrenziali e come se non bastasse io e Ecio abbiamo
preso un’infezione intestinale, ieri ho vomitato tutta la notte e ho avuto la
febbre alta, praticamente ci davamo i turni con Ecio in bagno! Risultato di
mangiare in moneta nazionale invece che in divisa. Una zuppa costa 1 peso
nazionale (ovvero 4 centesimi di dollaro) nei ristoranti per cubani, mentre nei
ristoranti in divisa per turisti costa 3 pesos convertible (ovvero 3 dollari).
DAY 18. MORON:
quello che meno ti immagini è che di 3 settimane a Cuba, un’intera settimana la
passi nel paesino di Moron, nel bel mezzo del niente e lontano dalla costa,
passando tutto il giorno a farti una doccia dopo l’altra (tanto non c’è nient
altro da fare), guardare un film sul pc, e lisciare i capelli a Ecio... Quello
che poi è impossibile immaginare è che mentre sei nella tua stanzetta con Gabriel,
un ragazzo che si è “aggruppato” a noi, che dalla finestra ti dice che conosce un tipo
che ha un motoscafo per scappare da Cuba, e già non sai come fare a trattenere
le risate, ALLORA A QUEL PUNTO ARRIVO ECIO UBRIACO CON UN MEDICO MESSICANO,TI
CHIUDE NEL BAGNO E TI SUSSURRA “MARTINA, NON INDOVINERAI MAI: CHI HA
COMMISSIONATO L’ASSASSINIO DEL CHE E’ FIDEL!”. Guardo Ecio incredula, scoppio a
ridere come una pazza e metto l’aneddoto in lizza per gli OSCAR DELLA RISATA
CUBA 2012, ai quali partecipa di diritto il tipo che ieri sera era seduto a
terra sui gradini di fronte a noi sul viale principale: siccome il suo
pantalone era bianco, per non sporcarlo, prima di sedersi se l’è calato fino al
ginocchio e si è seduto sulle mutande!
DAY 19. MORON.
LAST DAY IN CUBA: ormai conosco tutti a Moron, mi tocca pure fare il giro del
paese per dare l’addio a tutte le persone che ho conosciuto qua e che dubito
che vedrò ancora nella mia vita. Per la prima volta esco da un paese senza
nostalgia, sono troppe le cose che mancano a Cuba per andare via sperando di
tornare presto. A Gabriel ho lasciato la mia lacca per capelli, e sembrava
felice come se gli avessi regalato un rolex. Questo toglie ogni dubbio sul
fatto che fosse gay, come Ecio pronosticava! Gabriel mi ha fatto piangere
ieri... Ha 21 anni, ha negli occhi la
rassegnatezza di chi sa che la storia della sua vita è scritta già, non conosce
niente del mondo, sa a malapena che il mondo esiste, ma non riesce neanche ad
immaginare come sia. Non sa neanche cosa sia Facebook, questo dice tutto.
Eppure.... ieri mentre gli facevo la manicure (altra prova della natura
omosessuale!), mi dice: “Mami pa donde tu vas despues de Cuba?”. Gli ho
risposto che sarei andata in Canada, Dominicana, Haiti, Puerto Rico, Stati
Uniti... bla bla bla. E lui invece di mostrare invidia mi dice: “MAMI TU TIENES
28 ANOS YA, CUANDO VAS A PARAR???”. Momento di panico. Non importa di che
colore, età, natura genere e razza siano le persone che conosco, mi stanno
dicendo tutti la stessa cosa! Quando smetterò di fare questa vita... Momento di
panico.
Non potevo certo evitare una visita alla
polizia prima di partire (come sempre in ogni paese dove vado finisco
all’ospedale e/o alla polizia! Sempre di mia spontanea volontà però... quasi
sempre J).
Stavolta il mio piano era di denunciare lo smarrimento del portafoglio/carta di
credito e con la denuncia evitare di pagare la tassa di 25 dollari
all’aeroporto. L’ho fatto già altra volte, funziona sempre. A Cuba però è stato
un pò più complicato... il poliziotto prima non voleva stilare una denuncia per
smarrimento, e quindi ho dovuto cambiare versione e dirgli che ero stata
derubata. Poi il problema è passato alla fase 2: il poliziotto pensa che la
carta di credito sia un documento identificativo con tanto di foto, e quindi mi
vuole passare alla Polizia di Immigrazione. Mi ci sono volute buone due ore per
fargli capire che la carta di credito non è un documento. Una volta stesa la
denuncia, arriva la fase 3: NON C’è INCHIOSTRO NELLA STAMPANTE PER STAMPARE LA
DENUNCIA, alchè il colonello chiede al tenente di andare a comprare
l’inchiostro, e ciò ci porta direttamente alla fase 4: NON C’E’ BENZINA
NELL’AUTO! Insomma per avere la denuncia mi ci sono volute 4 ore, escludendo la
fase 5 CHE E’ IL CORTEGGIAMENTO DA PARTE DI OGNI POLIZIOTTO UNDER 40 CHE STAVA
IN CASERMA! Tutto è bene quel che finisce bene, all’aereoporto ho presentato la
denuncia della polizia e ricevuto l’esonero al pagamento di 25$ ed esco da Cuba
con l’orgoglio di avergliela messa arukulu a Fidel!
REVOLUCIONARIAMENTE, MARTINA